Teatro

Goldoni raccontato ai suoi stessi concittadini

Goldoni raccontato ai suoi stessi concittadini

Un percorso teatralizzato alla Casa Museo di Carlo Goldoni, in coincidenza con il Carnevale della città lagunare.

La Fondazione Musei Civici di Venezia, in coincidenza con il Carnevale e in collaborazione con il Comune di Venezia e il Teatro Stabile del Veneto, punta su una serie di persorsi teatralizzati che attraverseranno i luoghi più belli ed affascinanti della città lagunare. E non poteva di certo mancare, tra questi, la Casa Museo di Carlo Goldoni con la sua splendida Biblioteca per gli Studi Teatrali e l'atmosfera di teatro a tutto tondo che in essa si respira. Così, proprio in questo spazio unico e privilegiato al tempo stesso, prenderà corpo da mercoledì 22 a venerdì 24 febbraio Me Anzoleto, uno spettacolo teatrale di Marco Gnaccolini, con Pierdomenico Simone e la regia di Mattia Berto.

Goldoni Metropolitano
Me Anzoleto appartiene a quel contenitore progettuale più ampio e articolato che va sotto il nome di “Goldoni Metropolitano” e che prevede una serie di incontri, spettacoli, percorsi teatralizzati ed incontri con i registi nei vari luoghi della Città lagunare. Venezia, infatti, si trasforma e diventa una città sempre più metropolitana, per cui la vera sfida, sfida alla quale prova a rispondere il progetto, è quella di raccontare la Venezia contemporanea, con i suoi protagonisti e i suoi luoghi, usando lo sguardo con il quale Carlo Goldoni l’ha percorsa tre secoli fa.

Domande e possibili risposte
Come sarebbero state le sue commedie se Goldoni le avesse scritte negli anni Sessanta? Chi sarebbero stati i Rusteghi degli anni Settanta? E che cos’è il campiello oggi… la piazza di un centro commerciale? Che spirito avrebbe la Locandiera del 2017? Le città mutano e di conseguenza deve cambiare il  modo di abitarle, ma anche di scriverne e di portarle in scena. Così, a Casa Goldoni, complice la magia dei giorni del Carnevale, la figura del drammaturgo sarà trasportata e contestualizzata nel nostro tempo, nel quale, anche se la carta e il pennino sono stati sostituiti dal computer e dagli smartphone, gli spaccati pittorici del Longhi dai selfies, le raffinate edizioni di Giambattista Pasquali dagli e-book, le pietre della città raccontano ancora imperturbabili la loro storia.

Goldoni e la contemporaneità
La figura di Goldoni si troverà dunque proiettata nella contemporaneità, a partire da quel lato meno conosciuto della sua vita durante il quale il Teatro rappresentava per lui una passione viscerale, ancora per poco soffocata dalla necessità materiale del mestiere di avvocato. Proprio questo conflitto, il Teatro da un lato e l'inderogabile necessità di guadagnarsi da vivere con la professione di avvocato dall'altro, è al centro dell'operazione drammaturgica che il regista Mattia Berto e il drammaturgo Marco Gnaccolini hanno costruito e che vede per una volta un Goldoni inedito, intimo e privato raccontato ai suoi stessi concittadini dall’attore molisano di adozione padovana Pierdomenico Simone che ha già frequentato il mondo goldoniano distinguendosi nell’Arlecchino servitore di due padroni per la regia di Giorgio Sangati.

Ingresso gratuito su prenotazione fino a esaurimento posti disponibili